NUOVE PROSPETTIVE CIRCA LA BASE ANATOMICA E NEUROCHIMICA DELL’ANSIA
Un nuovo filone di ricerca propone che l’ansia abbracci una vasta gamma di neurocircuiti.
Questa teoria mette in evidenza l’importanza di due centri: l’ippocampo e l’amigdala. Questi centri, a loro volta, si pensa attivino l’asse ipotalamico-pituitario- corticosurrenale.
L’ansia differisce dalla paura, in quanto lo stimolo che produce l’ansia non è presente nell’ambiente reale, o non è immediatamente minaccioso, ma, la previsione di pericolo, fa si che l’ipereccitazione, la vigilanza, la preparazione fisiologica e gli schemi cognitivi, si preparino e manifestino allo stesso modo. I tipi differenti di fattori o di inneschi interni o esterni agiscono per produrre i sintomi del distubo d’ansia generalizzato, di attacco di panico, di agorafobia, di disordine post-traumatico da stress, delle fobie specifiche, del disturbo d’ansia generalizzato e di quel tipo di ansia che frequentemente si presenta nella depressione.
E’ attualmente interesse della ricerca cercare di determinare se la sregolatezza di queste vie fisiologiche della paura conduca ai sintomi dei disordini di ansia. E’ stato stabilito da tecniche di neuroimaging e Pet encefalica che anche l’amigdala umana (come precedentemente era già stato dimostrato con esperimenti di laboratorio sugli animali) è coinvolta nelle risposte di paura.
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
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