Come si cura il disturbo di panico ad una persina che ne soffre
Una persona che da anni cerca cura, magari si è sottoposta anche a diversi esami diagnostici i quali, nella maggior parte dei casi, hanno portato ad esiti negativi: nel senso che non si è potuto verificare alcun riscontro a livello organico… che quindi, dal punto di vista fisico, sta bene, ma che tuttavia presenta crisi con violenza e con frequenza, continua a cercare…
A questo punto, malgrado le rassicurazioni mediche, che non trovano alle crisi giustificazione dal punto di vista organico, la persona non si sente affatto rassicurata, non si sente affatto contenta. Come si fa ad essere contenti di un corpo che viene “certificato” sano, se poi violente crisi mettono il paziente nella terribile sensazione di essere sul punto di morire? I pazienti spesso raccontano di non sentirsi affatto sollevati dal fatto che un elettroencefalogramma non presenti anomalie, che elettrocardiogramma risulti buono, che visita neurologica non riscontri anomalie; anzi spesso questo è ancora di più motivo di ansia per il paziente e per questo non sa che cosa fare. Si rivolge ai medici per un malessere che vive intensamente, ma non riesce a trovare risposte. Non è assolutamente colpa dei medici, non è per incompetenza, anzi il loro mestiere lo sanno fare bene tanto che misurano, studiano i vari parametri e riescono a dare corretti risultati sulla reale condizione fisica del paziente. Il disturbo di attacco di panico è un disturbo che si manifesta attraverso il fisico, ma che, tuttavia, ha un’origine psichica. L’origine del disturbo è nei pensieri del paziente, è nelle credenze e nelle valutazioni relative ai diversi sintomi. I meccanismi che scattano sono diversi, ma tutti a livello psicologico: credenze e valutazioni sottendono una serie di errori cognitivi del paziente che si esprimono nel momento in cui interpreta e racconta le sue sensazioni fisiche. La focalizzazione dell’attenzione su alcuni sintomi che si possono manifestare fa si che il sintomo aumenti notevolmente la sua intensità d’espressione e richiami, secondo un meccanismo a catena, l’insorgere di altri sintomi.
Articolo a cura del Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale
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