Articoli e Direzione Scientifica a cura del
Dott. Pierpaolo Casto

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Cosa provoca l’attacco di panico

Cosa provoca l’attacco di panico

Spesso l’eccessiva preoccupazione per i sintomi fisici, porta un disturbo d’ansia a trasformarsi in disturbo di attacchi di panico, è utile ricordare che non è un solo fattore a causare il disturbo ma una serie concomitante di fattori. Anche molte malattie e disfunzioni organiche possono indurre degli attacchi di panico e i relativi sintomi.

L’ansia può indurre un dolore toracico, la maggior parte dei pazienti sperimenta dolori intercostali, in minor numero disfunzioni a livello cardiaco. Resta comunque il fatto che il dolore toracico non deriva da patologie cardiache, succede che la respirazione toracica, porta all’affaticamento e irrigidimento dei muscoli toracici; in altri casi i dolori toracici possono derivare da disturbi gastrointestinali come ulcere ed esofagiti, causando forti bruciori.

Uno dei sintomi degli attacchi di panico, è di sentire una morsa al cuore, come se si stesse verificando un’angina pectoris, non è così; questa sensazione può irradiarsi anche alla spalla, ma è utile ricordare che l’angina pectoris non dà sintomatologia e compare sempre dopo uno sforzo e non in maniera ripetitiva. Quotidianamente delle persone sane, sperimentano delle aritmie cardiache senza nemmeno accorgersene, questo perché anche le emozioni alterano il ritmo cardiaco, così come l’uso di farmaci o alcol. Tra le cause dell’aritmia ci sono la fatica, la perdita di sonno, la paura e la rabbia intense, l’uso di caffeina, nicotina, alcol, anche numerosi farmaci utilizzati per il panico, inducono tachicardia  o aritmia. Molti ma non tutti i pazienti affetti dal disturbo da attacchi di panico, sperimenta l’iperventilazione prima o durante l’attacco. L’iperventilazione non causa il panico, ma ne aggrava i sintomi, quali giramenti di testa, dolori toracici, sudorazione eccessiva, dispnea e palpitazioni. Esistono due tipi di respirazione: quella toracica più faticosa e quella diaframmatica riscontrata nei momenti di rilassamento. Nel momento in cui il paziente si trova a dover affrontare un pericolo, sviluppa la respirazione toracica, contraendo i muscoli addominali. In questo caso la contrazione dei muscoli, provoca dolori toracici e mancanza di respiro. Questi sintomi evolvono provocando confusione, derealizzazione, brividi e formicolii. Diminuendo l’apporto nel corpo di anidride carbonica, potente vasodilatatore, ne diminuisce anche la circolazione nel cervello, quindi in parole povere, più si respira affannosamente, meno quantità di ossigeno giunge al cervello. L’intensità della respirazione si ha prevalentemente dopo un forte senso di rabbia o ansia, oppure in giornate calde e afose.

Quando si sperimenta l’asma, cioè i bronchi si contraggono all’improvviso, il paziente sente una morsa al petto, e teme di morire.

Il disturbo di attacchi di panico, può comparire anche in seguito all’assunzione di sostanze stupefacenti, quali cocaina, anfetamine, l’uso prolungato di queste, favorisce l’insorgenza del panico anche nei periodi di astinenza. La cocaina e le anfetamine, causano tachicardia e un aumento della temperatura corporea, se vengono utilizzate in periodi psicologici particolari, possono creare un innalzamento del livello d’ansia e portare ad un attacco di panico di grave intensità che tende a condizionare la vita del paziente anche a lungo termine.

La marijuana e la cannabis, inducono anche il senso di soffocamento e le allucinazioni; se vissuto male anche l’uso di hashish può dare il via al disturbo di attacchi di panico e i ricordi di tali situazioni possono provocare nel paziente gli stessi effetti di un evento post-traumatico. 

Per una persona che fa uso di droghe, ansiolitici, la crisi di astinenza porta gli stessi sintomi di un attacco di panico: nausea, brividi, tremori; anche un abuso di nicotina provoca tachicardia, disfunzioni a livello respiratorio e circolatorio e  può innescare un vero e proprio attacco di panico, così come l’uso smisurato di caffeina provoca tensione muscolare, tachicardia, insonnia, dispnea, tutti, anche questi, sintomi che si possono sviluppare durante un attacco di panico. Ancora più probabile è che questo si verifichi quando si fa uso di alcol a livelli molto elevati, spesso il disturbo di panico è associato a questo problema, molto più che al disturbo ossessivo-compulsivo o alle varie fobie. Clinicamente si riscontra la comparsa del panico in soggetti depressi, e tra gli effetti dell’alcol compare proprio la depressione, anche se in un primo momento il soggetto è semplicemente euforico. Proseguendo con l’abuso di alcol, però, la persona piomba in uno stato depressivo profondo; inizia a perdere il controllo delle proprie azioni, spesso si ridicolizza da solo, tanto da essere abbandonato a se stesso, sperimenta capogiri, ipotensione ortostatica, quando cerca di mettersi in piedi; a volte chi è ubriaco, abusa di caffeina per cercare di tornare in se, ma anche questo tende a provocare dei forti attacchi di panico. Chi soffre di fobia, a volte pensa di poter risolvere il problema, rifugiandosi nell’alcol, soprattutto per cercare di vincere la timidezza. Purtroppo c’è da dire che spesso nella fase iniziale, l’alcol dà dei benefici: il depresso si sente meno disperato, il timido trova coraggio, purtroppo però col passare del tempo non fa che aggravare i sintomi del panico. L’alcolista in crisi di astinenza manifesta i sintomi del panico: tremori, sudorazione, nausea, agitazione…così per trovare sollievo beve; possiamo affermare con certezza che alcol e panico tendono ad aggravarsi reciprocamente.

 

 Anche i farmaci, nello specifico gli ansiolitici, spesso inducono il panico nel momento in cui si hanno delle crisi di astinenza; così come i farmaci betabloccanti, anestetici locali, broncodilatatori ecc…

E’ utile ricordare che alcuni sintomi fisici possono essere confusi; ad esempio la cosiddetta sensazione della “pelle d’oca”, può derivare da condizioni normali quando si ha un passaggio dal caldo al freddo, quando il corpo produce calore e tende a trattenerlo all’interno. Molto spesso chi soffre di attacchi di panico ha paura di provare queste sensazioni. Anche stando in un ambiente caldo e umido, si avverte un senso di soffocamento e debolezza, sintomi avvertiti anche da chi soffre di panico.

Può sembrare assurdo, ma anche le lampadine della corrente elettrica, possono creare fastidi, soprattutto quelle a luce fluorescente, che tendono a creare disagio e aumento della frequenza cardiaca. Il paziente affetto da panico, tende se sottoposto ad ambienti con luci al neon, ad esempio grandi magazzini, aerei, ad avvertire un profondo fastidio. La situazione diventa ancora più sconcertante se il paziente non riesce ad associare il fastidio percepito, all’illuminazione, credendo invece di avere qualche altro problema, ad esempio connesso ai luoghi chiusi, cosa non vera. Altre situazioni visive in grado di produrre fastidi, sono il riflesso della luce del sole nell’acqua oppure sulla neve.

Anche dei pavimenti particolari, ad esempio a strisce colorate, inducono sensazioni di movimento, e di profondità tanto da creare la sensazione di vertigini; anche disturbi visivi come l’ipermetropia o la miopia inducono le stesse sensazioni.

Molti pazienti affetti da attacchi di panico, dicono che questi vengono scatenati da improvvisi cambiamenti di illuminazione, che provocano la sensazione di trovarsi in un tunnel, e un senso di annebbiamento della vista; sensazioni che possono essere indotte da una eccessiva contrazione dei muscoli visivi. Ancora più spesso la percezione di maggiore illuminazione, non è dovuta altro che alla dilatazione delle pupille, che può essere causata dall’ansia. Il paziente con attacchi di panico, manifesta spesso queste sensazioni, dovute solitamente a cause organiche, ma che non fanno altro che aggravare i sintomi del panico e la conseguente credenza di avere qualche brutta ed incurabile malattia. Anche i cambiamenti improvvisi di posizione possono provocare vertigini, avvertendo così una forte sensazione d’instabilità, confusione, nausea, facilmente essi vengono male interpretati e inducono degli attacchi di panico.

Ancora non è ben chiaro il motivo per il quale alcune persone hanno una percezione errata delle sensazioni, innocue, è senz’altro vero che esistono fattori concomitanti alla base del problema. Una persona che ha vissuto delle spiacevoli sensazioni, tende ad evitarle, e fa di tutto, sviluppando così delle aspettative al riguardo, queste a loro volta spesso scatenano l’ansia anticipatoria, che non fa che aumentare la preoccupazione verso i sintomi percepiti. Se la persona si focalizza sulle sensazioni interne, erroneamente dimentica quelle esterne al suo corpo, gli eventi esterni, ecco perché ad esempio, avrà serie difficoltà a guardare un film al cinema, ritrovandosi in uno spazio ristretto. Succede così che tutto ciò che accade all’esterno perde di significato, portando il paziente a concentrarsi in modo smisurato sugli avvenimenti interni.

Tra i sintomi più allarmanti, vi è il rallentamento del battito cardiaco, dovuto ad un rilassamento  e non come si finisce per pensare, ad un attacco cardiaco. Può anche succedere che il panico sia indotto dalla sensazione di instabilità che si avverte, o dal rallentamento della respirazione; in ogni caso il paziente finisce col concentrarsi sulle situazioni interne, percependo tutto in modo apocalittico e prestando eccessiva attenzione in modo da poterle evitare, non facendo altro che aumentare la tragicità percepita di tali eventi. Molte persone hanno una forte percezione di queste sensazioni interne, riuscendo, a volte, anche senza misurare il polso, ad avvertire variazioni del battito cardiaco. Questo accade quando una persona si preoccupa eccessivamente della frequenza cardiaca, tende così a misurarla spesso imparando a capirla col tempo, anche senza eseguire alcuna misurazione.

 

Si consiglia la visione dei seguenti video:

“Attacchi di panico: cosa sono, i sintomi e le cause” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

“Attacchi di panico: cosa sono, come riconoscerli” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

“Le cause degli attacchi di panico” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

 
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