Articoli e Direzione Scientifica a cura del
Dott. Pierpaolo Casto

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Cos’è l’ansia da separazione

COS’E’ L’ANSIA DA SEPARAZIONE

Per capire bene il disturbo d’ansia da separazione è necessario capire la normale difficoltà che hanno i neonati e i bambini ad allontanarsi dai propri genitori.
I neonati solitamente iniziano a piangere se si avvicina una persona a loro sconosciuta, questa è una fase normale dello sviluppo, in quanto il bambino impara a riconoscere la sua famiglia. La paura degli sconosciuti inizia all’incirca nei primi 8 mesi di vita e termina all’età di due anni, secondo alcune ricerche mediche.
Il bambino deve pian piano capire che anche se si allontanano, i genitori non scompaiono per sempre, e ciò porta il bambino a sviluppare un senso di attaccamento verso gli adulti. L’ansia da separazione raggiunge i picchi massimi intorno ai 18 mesi di vita, per poi tornare a scendere fino all’età di tre anni. Questo disturbo spesso causa non pochi problemi ai genitori, in quanto ad esempio il bambino prima di andare a letto inizia a piangere perché vuole dormire con la mamma. Altri fattori che contribuiscono allo sviluppo dall’ansia da separazione è come reagiscono i genitori di fronte al problema e di come cerchi di affrontarlo e risolverlo. Ad esempio i figli di genitori ansiosi, tenderanno ad essere bambini ansiosi. Questo disturbo si manifesta durante l’infanzia ed è caratterizzato da una sproporzionata preoccupazione di uscire di casa e allontanarsi dai propri cari. Circa il 5% dei bambini soffre di ansia da separazione.
Quali sono i sintomi dell’ansia da separazione?
Possono essere:
• Eccessiva preoccupazione che accada qualcosa di brutto ai propri cari;
• Paura di essere rapiti o di perdersi;
• Rifiuto di andare a scuola da soli;
• Rifiuto di andare a letto da soli senza avere fisicamente vicino i propri genitori;
• Ripetuti incubi di essere separati dai propri cari;
• Ricorrenti disturbi fisici, quali mal di testa o di stomaco, quando si verifica una separazione dai genitori o quando c’è un imprevisto.
Affinché si possa parlare di disturbo d’ansia da separazione, è necessario che almeno tre dei suddetti sintomi, si verifichino ripetutamente nel corso di un mese, causando stress o problemi a scuola o di natura sociale. Inoltre il disturbo non compare soltanto nei casi in cui il bambino è affetto da schizofrenia o da altri tipi di disabilità dello sviluppo, conosciuti come disordini pervasivi dello sviluppo; esso è presente anche quando il bambino soffre di fobia della scuola e da altre forme d’ansia. Anche la fobia sociale è un disturbo d’ansia, ma si differenzia dall’ansia da separazione, in quanto la prima è caratterizzata dal timore eccessivo per quasi tutte le situazioni sociali, non solo quelle in cui c’è un allontanamento dai propri cari. Questa malattia colpisce circa l’11% dei bambini e degli adolescenti e il 5% degli adulti. Le persone che soffrono d’ansia sociale, siano essi bambini o adulti, trovano difficoltà nelle attività quotidiane, come giocare con i compagni, parlare con gli insegnanti o con gli adulti.
Quali sono le cause del disturbo d’ansia da separazione?
Il disturbo d’ansia sociale, come la maggior parte dei disturbi mentali, è causato dalla combinazione di fattori genetici e ambientali. E’ stato dimostrato che il disturbo si verifica maggiormente nei bambini che avevano una mamma ansiosa già in gravidanza.
Uno dei sintomi dell’ansia da separazione, è il rifiuto del bambino di andare a scuola, e circa l’80% di questi casi si qualifica come disturbo d’ansia di separazione e il 50% di questi bambini proviene da famiglie di basso status sociale ed economico.
Come viene diagnosticato il disturbo d’ansia da separazione?
Gli operatori sanitari che hanno maggiore conoscenza dei problemi di bambini e adolescenti, sono i più qualificati a fare una diagnosi. Molto spesso sono i pediatra e gli psicologi o psichiatra infantili o comunque psicoterapeuti che danno una valutazione, dopo aver parlato con i pazienti. Tali incontri solitamente avvengono separatamente dai genitori, in modo che il bambino si senta libero di parlare, questo è molto importante per verificare il diverso modo di vedere le cose del bambino e dei genitori. Oltre a chiedere informazioni specifiche sui sintomi d’ansia, lo psicoterapeuta, verificherà che il bambino non sia affetto da altri disturbi mentali e si raccomanda di sottoporre il bambino ad un check-up completo per escludere qualsiasi problema di natura fisica.
Qual è il trattamento per il disturbo d’ansia da separazione?
E’ preferibile all’assunzione di farmaci, una buona terapia cognitivo-comportamentale.
La terapia comportamentale agisce direttamente sui sintomi comportamentali del disturbo, questo intervento risulta più efficace per il bambino e meno oneroso, se tali comportamenti vengono affrontati positivamente piuttosto che negativamente. Il bambino non dev’essere punito perché continua ad avere i sintomi del disturbo, ma al contrario, premiato per le piccole vittorie ottenute. Ad esempio invece di vietare al bambino dei dolci, perché non vuole dormire da solo nella sua stanza, bisogna abbracciarlo quando inizia a stare nella stanza prima per pochi minuti, e poi lodarlo man mano che aumenta il tempo in cui ci resta. All’inizio il bambino ha bisogno di molto sostegno da parte dei genitori, per esempio cominciare a stare seduto nella sua stanza sulle ginocchia della mamma, poi stare accanto a lei appena fuori; questo approccio consente al bambino di pensare a questi piccoli passi come a dei successi e non a sperimentare un senso di fallimento che tende a ridurre le probabilità di guarigione. La terapia comportamentale prevede degli incontri settimanali non solo con il bambino ma anche con i genitori, affinché li guidi e insegni loro come contribuire ad alleviare l’ansia del bambino.
La terapia comportamentale aiuta i bambini a pensare e ad insegnare loro come concentrarsi sulle cose positive piuttosto che sull’ansia. Imparando a concentrarsi sui pensieri positivi, i bambini, si aprono di più agli insegnamenti su come controllare l’ansia, come giocare, guardare la tv o ascoltare la musica. Spesso le tecniche di rilassamento vengono insegnate solo agli adolescenti e agli adulti, ma può risultare efficace anche per i bambini più piccoli insegnare a rilassarsi, respirare profondamente e lentamente per calmarsi.
Se la psicoterapia però non riesce a calmare questi sintomi, l’unica strada da percorrere è quella dei farmaci, anche se non ci sono farmaci specifici per trattare il disturbo d’ansia da separazione. Gli inibitori della ricaptazione della serotonina, come la fluvoxamina, sembrano essere efficaci.
Gli inibitori della ricaptazione della serotonina aumentano la quantità di serotonina nel cervello ed eliminano i blocchi della ricaptazione della serotonina presenti nel cervello. Questi blocchi si verificano nelle sinapsi, il luogo in cui le cellule cerebrali sono collegate le une alle altre. La serotonina è un prodotto chimico del cervello che porta i messaggi attraverso queste connessioni da un neurone all’altro. Il compito degli inibitori della ricaptazione della serotonina è quello di mantenere elevato il livello di serotonina nelle sinapsi, la quale a sua volta riattiva quelle cellule che sono state disattivate dall’ansia, in modo da alleviare i sintomi del bambino. Gli inibitori della serotonina hanno meno effetti collaterali rispetto ai farmaci antidepressivi triciclici, che tendono a causare ipotensione ortostatica , cioè un improvviso calo della pressione arteriosa quando si è seduti o in piedi, disturbo del ritmo cardiaco. Pertanto gli inibitori della ricaptazione della serotonina sono il trattamento più idonei per il disturbo d’ansia da separazione. Essi comprendono:
• Fluoxetina
• Fluvoxamina
• Paroxetina
• Sertralina
• Citalopram
• Escitalopram
Gli inibitori di serotonina sono spesso ben tollerati e hanno effetti collaterali lievi. I sintomi più comuni sono: nausea, diarrea, agitazione, insonnia e mal di testa, questi sintomi scompaiono a un mese dalla prima somministrazione. Si verificano casi però di sindrome serotoninergica, è una grave condizione neurologica associata all’uso degli inibitori di serotonina; si manifesta con febbre alta, convulsioni e disturbi del ritmo cardiaco. Ci sono stati anche casi in cui i bambini hanno pianificato e tentato il suicidio a causa di quello che viene definito peggioramento acuto della sintomatologia di tipo emotivo. Tutte le persone sono identiche dal punto di vista biologico, ma non tutte rispondono allo stesso modo agli inibitori della serotonina, per cui non è detto che un altro farmaco non possa risolvere il problema dell’ansia da separazione. Hanno spesso scarsa efficacia nel trattamento di questo disturbo, gli antidepressivi triciclici e le benzodiazepine che venivano usati negli anni ’50 e ’60 per curare la depressione. Gli antidepressivi triciclici aumentano il livello di noradrenalina nelle sinapsi del cervello influenzando però anche il livello di serotonina. Gli antidepressivi triciclici includono:
• Amitriptilina
• Desipramina
• Nortriptilina
• Imipramina
Questi farmaci sono di solito sicuri e ben tollerati se correttamente prescritti e somministrati; mentre il sovradosaggio può causare una pericolosa accelerazione del ritmo cardiaco, oppure il blocco delle attività dei nervi responsabili del movimento intestinale, attenzione visiva e della produzione della saliva. Così alcuni antidepressivi causano secchezza delle fauci, stipsi e vertigini causati da una diminuzione della pressione sanguigna. L’assunzione di antidepressivi triciclici dovrebbe essere evitata in pazienti con disturbi convulsivi o con storia di ictus. Meno prescritte ai bambini con il disturbo d’ansia da separazione, sono le benzodiazepine che includono il clonazepam e alprazolam, che possono causare dipendenza. Di solito tali farmaci vengono usati come ultima chance, quando il bambino non trova beneficio dalle altre due classi di farmaci.

Articolo a cura del Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale
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