Articoli e Direzione Scientifica a cura del
Dott. Pierpaolo Casto

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Terapia e cura del disturbo ossessivo compulsivo

Come curare il disturbo ossessivo compulsivo

La maggior parte dei pazienti soffre di tale disturbo per un periodo di tempo indeterminato, alternando periodi di miglioramento a momenti di grande difficoltà; tuttavia la prognosi è più favorevole per coloro che presentano sintomi più lievi e che hanno minor durata e soprattutto che non soffrono di nessun altro disturbo.

I trattamenti comprendono la psicoterapia cognitvo comportamentale, terapie comportamentali e l’uso di farmaci. Le terapie comportamentali si basano sulla prevenzione e sull’esposizione rituale.

L’esposizione serve al paziente per cercare di sopportare più a lungo i sintomi ed evitare di compiere comportamenti compulsivi. Mediante questo processo il paziente viene messo di fronte alle situazioni che tendono ad aumentare le compulsioni cercando di resistere al bisogno di compiere rituali. I terapeuti cognitivo-comportamentali, aiutano i pazienti a modificare le condotte negative. I farmaci più usati, sono gli inibitori della ricaptazione della serotonina, che aumentano la quantità di serotonina nel cervello. Come si evince dal nome stesso, gli inibitorieliminano il blocco della ricaptazione della serotonina nel cervello; questo blocco si verifica nelle sinapsi, il luogo in cui i neuroni sono collegati gli uni agli altri. La serotonina è un prodotto chimico del cervello, che porta i messaggi da un neurone all’altro attraverso le sinapsi. Il lavoro degli inibitori della ricaptazione della serotonina, è quello di mantenere elevate le concentrazioni di serotonina nel cervello, impedendo il blocco degli impulsi nervosi; si pensa che questa a sua volta, contribuisca a riattivare le cellule che sono state disattivate, in modo da alleviare i sintomi della malattia.

Gli inibitori della ricaptazione della serotonina hanno meno effetti collaterali rispetto alla clomipramina, un farmaco che si pensava fosse più efficace per curare il disturbo ossessivo-compulsivo. Gli inibitori della serotonina, non causano ipotensione ortostatica (cioè un improvviso calo della pressione arteriosa stando seduti o in piedi); né disturbi del ritmo cardiaco, come invece accade per la somministrazione di clomipramina. Pertanto gli inibitori della ricaptazione della serotonina sono i farmaci più indicati per il disturbo ossessivo-compulsivo, essi sono: la fluoxetina, la paroxetina, la sertralina, il citalopram, la fluvoxamina e l’escitalopram. Gli inbitori sono generalmente ben tollerati e i loro effetti collaterali sono lievi, i più comuni sono: nausea, diarrea, agitazione, insonnia e mal di testa; tuttavia essi scompaiono dopo il primo mese di somministrazione. Alcuni pazienti hanno riscontrato altri effetti collaterali, come il calo del desiderio sessuale, orgasmo ritardato o l’impossibilità ad averlo; altri hanno riscontrato dei tremori. La cosiddetta sindrome serotonergica compare in seguito all’assunzione degli inibitori della serotonina, ed è una condizione grave caratterizzata da febbre alta, convulsioni e disturbi del ritmo cardiaco. Questa condizione è molto rara ed è stata riscontrata solo in malati psichiatrici che assumono farmaci psichiatrici. Gli studi sull’efficacia del trattamento hanno dato risultati variabili, alcuni indicano che i farmaci danno risultati lievi, mentre la terapia cognitivo.comportamentale, è risultato il trattamento più efficace. Le ricerche sul trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo nei bambini e negli adolescenti, dimostra che i farmaci sono efficaci, soprattutto la clomipramina è più efficace degli inibitori della ricaptazione della serotonina. Negli adulti, e nelle persone di età inferiore ai 18 anni, i miglioramenti significativi si hanno attraverso la combinazione di farmaci e terapia cognitivo-comportamentale.

 

Articolo a cura del Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale
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